Cassola, Carlo <1917-1987>
Gisella
Milano : Biblioteca universale Rizzoli, [1977]
Abstract/Sommario:
Questa è la storia di una donna comune che si accompagna, sfiorandoli, agli eventi di più generazioni. Gisella diventa una serva in casa di parenti, dopo la rovina del padre che perde tutto al gioco e con le donne. Gisella è una moderna Cenerentola che sa di possedere un bene per lei inestimabile, la sua bellezza, non provocante, non eccessiva, come andava di moda a quei tempi, ma dai caratteri fini e delicati che le avrebbero dovuto far trovare un buon marito.
Gisella investe i suo ...; [leggi tutto]
Questa è la storia di una donna comune che si accompagna, sfiorandoli, agli eventi di più generazioni. Gisella diventa una serva in casa di parenti, dopo la rovina del padre che perde tutto al gioco e con le donne. Gisella è una moderna Cenerentola che sa di possedere un bene per lei inestimabile, la sua bellezza, non provocante, non eccessiva, come andava di moda a quei tempi, ma dai caratteri fini e delicati che le avrebbero dovuto far trovare un buon marito.
Gisella investe i suoi sogni nella volontà di rivalsa, desiderando con tutte le sue forze un buon matrimonio che l’avrebbe tirata via dalla condizione miserabile in cui l’aveva gettata il padre. E lei, forte di un’infanzia negata, ha quell’obiettivo in testa: l’evoluzione del suo stato, l’abbandono della casa degli zii che l’avevano accolta pur facendola sentire sempre in debito. La zia, soprattutto, la invita a rammendare più e più volte il salvabile dei suoi indumenti privandola del piacere di sentirsi alla pari di sua cugina. È l’invidia della zia per il suo personale aggraziato, nel confronto con la figlia mascolina e piuttosto grezza nei modi. È la gelosia della zia per la simpatia istintiva che lo zio prova nei confronti di Gisella. Eppure lei tace, subisce, lavora in casa e nell’attività di famiglia, isolandosi quei pochi momenti dinanzi allo specchio della sua camera per osservare e gioire delle sue gambe sottili fino alle cosce rotonde.
Gisella preferisce lasciare un fidanzatino tenero ma spiantato per un nauseante impiegato di banca che sarebbe diventato con il tempo direttore. Poi un figlio a cui dedicare tutto l’amore che le era mancato nell’infanzia, la guerra, la caduta del fascismo, le disavventure giudiziarie del marito plagiato dal desiderio di rivalsa di Gisella e, quindi, la sua lontananza che vedrà la trasformazione/liberazione della ragazza.
Gisella si concede allo zio dopo averlo provocato con astuzia realizzando in questo modo la sua personale vendetta nei confronti della zia. Gisella gioca maliziosamente con Bill, il soldato americano che vuole sposarla. E dopo esser tornata a casa degli zii, ha un primo moto di genuinità, in quel sentimento di autentica nostalgia della casa dell’adolescenza, l’unica che aveva conosciuto davvero.
È questa la storia di una piccola donna, graziosa, ma in fondo una delle tante che si barcamena tra le rovine della vita. È una storia piacevole nel modo in cui viene narrata, nel suo evolversi pressoché scontato, in quel muoversi nella provincia italiana, prima toscana poi emiliana, che deve fare i conti prima di tutto con l’indifferenza. Cassola è semplice e diretto, usa il dialogo più che il racconto, tralascia le disquisizioni storiche così come quelle psicologiche.
Gisella si racconta con le sue azioni ed il lettore non giudica né rimprovera, ma semplicemente segue l’andamento della sua vita, fino a quando la osserva a Bologna, in una casa borghese nei pressi della stazione che prende il tè con le amiche e ricorda di esser stata in fondo una buona moglie.
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