LIVI, Antonio
Studi cattolici, Vol. 49, n. 536, ottobre 2005, pp. 676-685
Abstract/Sommario: La lettura del terrorismo islamico come scontro di civiltà e guerra al cristianesimo, enfatizzata dal sistema dell'informazione mediatica, trova in queste pagine una radicale confutazione. Si denunciano i limiti culturali di troppi opinionisti, commentatori e intellettuali disinvoltamente inclini a parlare di islam e cristianesimo, annebbiandone con improprio lessico le rispettive identità e le irriducibili differenze. Addentrandosi sul terreno specificatamente religioso, la riflession ...; [Leggi tutto...]
La lettura del terrorismo islamico come scontro di civiltà e guerra al cristianesimo, enfatizzata dal sistema dell'informazione mediatica, trova in queste pagine una radicale confutazione. Si denunciano i limiti culturali di troppi opinionisti, commentatori e intellettuali disinvoltamente inclini a parlare di islam e cristianesimo, annebbiandone con improprio lessico le rispettive identità e le irriducibili differenze. Addentrandosi sul terreno specificatamente religioso, la riflessione guadagna spessore teoretico, poiché sono affrontate e discusse domande decisive in ordine all'essenza della religione e ai criteri di distinzione dell'una dalle altre. Attraverso un'analisi dell'esperienza religiosa condotta sul piano della razionalità critica, si esibiscono le ragioni veritative del cristianesimo, mostrando al tempo stesso come l'islam presenti inquietanti aspetti che contraddicono nella dottrina e nella prassi l'autentico universalismo religioso