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Abstract/Sommario: Rielaborando le posizioni antesignane del gesuita Pierre Teilhard de Chardin, l'autore raggiunge l'obiettivo di far dialogare scienza e fede proprio su quelllo che per molti cristiani, almeno per quelli di una certa età, risulta ancora problematico stando alle parole del Credo domenicale: Dio Padre "creatore del cielo e della terra". Ci sono due idee-guida collegate: l'azione di Dio e il posto della fede. Sotto il profilo logico-concettuale, qualsisasi azione di Dio, compreso dunque l' ...; [Leggi tutto...] Rielaborando le posizioni antesignane del gesuita Pierre Teilhard de Chardin, l'autore raggiunge l'obiettivo di far dialogare scienza e fede proprio su quelllo che per molti cristiani, almeno per quelli di una certa età, risulta ancora problematico stando alle parole del Credo domenicale: Dio Padre "creatore del cielo e della terra". Ci sono due idee-guida collegate: l'azione di Dio e il posto della fede. Sotto il profilo logico-concettuale, qualsisasi azione di Dio, compreso dunque l'atto creatore, non è paragonabile a quella di ogni creatura, per cui l'origine del mondo, la comparsa della vita sulla terra e il salto qualitativo del genere umano stesso, diventano problemi culturali da capire secondo la relativa spiegazione scientifica. Ciò è diverso dal riconoscimento della dipendenza da un Dio percepito come legame d'amore. E in questa prospettiva, secondo la quale l'intervento di Dio nella storia non è riducibile ai nostri modelli umani, Molari colloca anche la stessa preghiera, cuore dell'esperienza religiosa

Abstract/Sommario: Marcello Malpensa - Alessandro Parola, "Lazzati: una sentinella nella notte (1909-1986)" /Enrico Galavotti, "Il giovane Dossetti. Gli anni della formazione (1913-1939)

Abstract/Sommario: Il primo aspetto che emerge è l'impossibilità di parlare, da trent'anni a questa parte, di un solo metodo scientifico. Anche a prescindere dall'avvento dell'informatica, ogni branca del sapere si costruisce un oggetto, ritagliandosi poi i settori di competenza, con conseguente perdita di una visione d'insieme, che, a differenza del passato, non è nemmeno cercata. Resta solo il rimpianto filosofico, talvolta velato di metafisica, che vuole definire una volta per tutte il confine tra le ...; [Leggi tutto...] Il primo aspetto che emerge è l'impossibilità di parlare, da trent'anni a questa parte, di un solo metodo scientifico. Anche a prescindere dall'avvento dell'informatica, ogni branca del sapere si costruisce un oggetto, ritagliandosi poi i settori di competenza, con conseguente perdita di una visione d'insieme, che, a differenza del passato, non è nemmeno cercata. Resta solo il rimpianto filosofico, talvolta velato di metafisica, che vuole definire una volta per tutte il confine tra le scienze della "natura" e quelle dello "spirito", che invece non è più tracciabile come un tempo. Una volta archiviato il dualismo, tutta la forza euristica di ogni sapere è racchiusa nelle capacità del linguaggio. Di conseguenza la verità di ciò che si conosce, se preso nel suo insieme, si configura più come credenza che come certezza. E dunque si affaccia una esperienza della vita da comunicare come verità per se stessa che, anche per la crisi interna alla scienza e alla filosofia, di esprime in forme molto varie di linguaggio simbolico, quello più allusivo, svincolato dal pensiero logico-discorsivo, come solitamente troviamo nella religione e nell'arte. Oggi sono il dialogo e il dibattito a diventare la molla del cammino di verità, dove la comunicazione del vissuto alimenta una combinazione tale di forme linguistiche che è spesso difficile riconoscervi i contenuti